Klezmorim allegri quadri sonori nei canti yiddish
GIORNALE DI BRESCIA
Vivissimo successo per il noto gruppo, in concerto al Salone Ferramola
La certezza dell’uomo religioso è indistruttibile, nulla può scalfire la sua speranza. Lo hanno confermato i Klezmorim, ensemble specializzato nel rievocare atmosfere e vicende delle comunità ebraiche dell’Est europeo, in concerto nei giorni scorsi al Salone Ferramola per «Le Settimane musicali della Speranza» dell’Associazione Soldano e della parrocchia di San Faustino.
I sei musicisti hanno raccontato il mistero della vita con ruspante entusiasmo, amorosa devozione, comunicativa felicità. Una manciata di canzoni per dipinge- re quadri sonori quotidiani dello Shtetl, il villaggio ebreo, seguendo il percorso preghiera, amore, Shoa, ritorno alla vita.
Rolando Anni conduce per mano il folto pubblico, introduce i brani, ne isola elementi chiave. Nei canti yiddish riemergeva l’autentico volto del popolo. Poesia e musica raccontavano il de- siderio in azione, la realtà orien- tata verso il suo originale centro, ogni cosa che torna al suo posto,
anche nell’abisso più profondo. Lo spazio del suono diventava uno scenario di sentimenti. La speranza si vestiva d’allegrezza, danzava agile. Dio parla agli uomini, i Salmi ne descrivono la storia, il nostro cuore sussulta nell’incontro col Vero: ancorati a queste linee guida i Klezmorim incastravano senza posa miserie e ninna-nanne, ferite e resurrezioni. Cantanti simpatiche, ar- rangiamenti onesti, forme quadrate, nuvole argentee di note sul palco. Mancavano improvvisazione, bocche sdentate, anda- tura sciancata, ritmi sgangherati, la disperazione fiera della propria impotenza tipica di questo repertorio.
Quando rispunta l’alba, quando la scure entra nella carne dell’albero, quando la pietra cade nell’acqua di notte, riparte la domanda: perché? Interrogativo riformulato abilmente nel corso della serata. Battimani ritmati, entusiasmo, un giubilo diffuso, vivissimo successo.