Klezmorim da emozione
BRESCIAOGGI
Una serata dal sapore quasi didattico per raccontare una tradizione culturale legata alla diaspora di un popolo.
Si chiamano «Klezmorim», in lingua yiddish «musicanti» e sono giovani e bravi musicisti quelli che si sono esibiti l’altra sera nella Sala Ferramola di via Moretto a Brescia per le «Settimane Musicali della Speranza» organizzate da Daniele Alberti. Un pubblico numeroso e ammirato ha assistito a questo che era ben più d’un semplice concerto: era a tutti gli effetti un pezzo della storia d’un popolo, quello ebraico, che col tema della speranza ha dovuto fare i conti in tutta la sua lunga storia conservando fede religiosa, usi e costumi osservati in modo rigoroso e sviluppando una sorta di spirito di conservazione che ha caratteristiche davvero uniche nella storia dei popoli.
La serata ha voluto essere quasi didattica nel raccontare un tipo di musica come quella Klezmer strettamente legata a usi e a figure tipiche della comunità ebraica, in special modo dell’Europa orientale. Rolando Anni ha enucleato quattro temi, quattro momenti fondamentali della vita di questi villaggi, gli «stetl» poveri dal punto di vista economico ma così ricchi di tradizioni, di usi stratificatisi nei secoli. Un tributo iniziale al tema, quello religioso, della pace con «Evenu shalom» seguito dal canto sacro sicuramente più famoso in ambito ebraico, lo «Shemà Israel», e da quel «Gam gam» reso celebre dal film «Jona che visse nel ventre della balena». Rabbini che condividono le gioie della comunità e che, come in «As der rebbe», quando soffrono piangono «ganz allein», tutti soli, ma quando sono perfettamente felici allora chiamano i musicisti per far festa. La serata musicale si è presto mostrata per quello che voleva essere, un affresco dal quale emergono figure e immagini, come la coppia di giovani innamorati che dovrà superare il severo esame della comunità prima di poter realizzare il suo sogno d’amore, o gli artigiani che si lamentano del loro duro e incessante lavoro. Non sono mancati momenti di pura gioia come nelle feste in cui la danza è un momento principe, evocate da «Hava naghìla» alla fine del concerto.
Bravissimi i Klezmorim, cinque protagonisti con le belle voci di Denise Pisoni e Bettina Vizzardi, il violino di Daniela Fusha, le percussioni di Alessandro Todeschini e Alessandro Adami alla tastiera e alla fisarmonica per i suoi magnifici arrangiamenti.